domenica 4 maggio 2014

Una passeggiata nel centro storico di Gradisca


Il centro attuale della vita gradiscana, e il nostro punto di partenza, è la piazza dell'Unità, caratterizzata dalla presenza del Teatro Comunale, edificio risalente agli anni Trenta che sostituì l’antico teatro di origine settecentesca danneggiato dalla prima guerra mondiale.
Al centro della piazza una colonna col Leone di S. Marco ricorda che Gradisca fu fondata nel XV secolo dalla Repubblica di Venezia. Poco distante un gruppo di pini marittimi e un’aiuola incorniciano il busto del garibaldino gradiscano Marziano Ciotti.


La piazza Unità si allarga in un vasto e bellissimo parco, ricavato dopo la metà del Ottocento nell’area un tempo occupata dai bastioni che circondavano la fortezza. L’ombra di alberi secolari, in particolare ippocastani, rende questo spazio particolarmente piacevole nella stagione estiva, quando i tre caffè che si affacciano sulla piazza, l’”Emopoli”, il “Centrale” e “il Teatro” dispongono sedie e tavolini all’aperto.
Il parco si anima specialmente il martedì e il sabato mattina, giornate in cui lungo i viali si tiene il mercato.



Dalla piazza si dipartono le quattro vie che costituivano il cuore dell’antica fortezza di Gradisca, di cui si conserva solo una parte della cinta muraria, quella rivolta verso il fiume. Per capire la struttura della città è utile darle uno sguardo dall'alto. Come si vede, ha mantenuto la forma quasi pentagonale dell'antica cittadella e il reticolo stradale regolare che era stato progettato in funzione della vita miliare e dei movimenti delle truppe. In basso a destra si vede una parte del parco creato nell'area degli antichi bastioni. 



Lasciando piazza Unità a destra del Teatro, si imbocca la prima delle quattro vie attorno a cui si distribuisce il centro storico, la via Marziano Ciotti, fiancheggiata da edifici di notevole interesse costruiti tra la fine del '500 e il '700: poco dopo l’inizio, a destra, c’è il palazzo de Fin-Patuna, del ‘700, dove pernottò Napoleone, il 20 marzo 1797, dopo la conquista della fortezza.


Il palazzo appartenne a una famiglia di lontana origine greca di cui fecero parte non solo comandanti militari e scienziati, ma anche, in tempi più recenti, nel secolo XX, studiosi di antichità, di storia ed arte, collezionisti e storiografi, a cui si deve la raccolta di buona parte delle conoscenze sulle origini e lo sviluppo della città.
 

Più avanti a sinistra il massiccio palazzo Strassoldo-de Pace-Mistruzzi, che porta il nome di Riccardo di Strassoldo, colui che, per conto degli Asburgo, fu il valoroso difensore della fortezza quando Venezia scatenò la cosiddetta "guerra gradiscana" (1615-1617) per riconquistare il suo antico possedimento. Il palazzo ha un aspetto severo e imponente, ma presenta caratteri di notevole qualità architettonica.



Poco più in là, sullo stesso lato, si trova il palazzo Torriani (ora sede municipale) costruito tra
la metà del '600 e l'inizio del '700 da una famiglia che dette a Gradisca due illustri capitani, Nicolò II della Torre (1489-1557) e Francesco Ulderico della Torre  (1629-1695).
Il palazzo, che risente di influenze palladiane, si apre nella parte posteriore su un'elegante corte, attigua al Duomo dei SS. Pietro e Paolo, dove, nell'antica Cappella Torriana, si trova il sarcofago di Nicolò II della Torre


Palazzo Torriani ospita nell’ala destra la Galleria d'arte contemporanea "Luigi Spazzapan", piccolo ma interessante museo d’arte moderna in cui è esposta la collezione di opere di Luigi Spazzapan nato a Gradisca nel 1889, ora di proprietà della Cassa di Risparmio di Gorizia, assieme ad una selezione di dipinti e sculture di altri importanti artisti contemporanei della regione.
In fondo alla via Ciotti sorge la chiesa dell’Addolorata, fondata nel 1481 durante la costruzione della fortezza, ma fortemente danneggiata dalla prima guerra mondiale.


Proseguendo a destra della chiesa si raggiunge dopo qualche centinaio di metri la porta del Castello, complesso fortificato eretto dagli Austriaci nel secolo XVI dopo la conquista della fortezza veneziana di Gradisca. Restaurato in parte, non è visitabile.
Si può fare una passeggiata, invece, lungo le mura venete, costruite a partire dal 1479. Nell’area del castello si possono vedere tre torrioni, quello della Calcina, lungo via Ulderico della Torre, quello della Marcella, nella direzione del ponte sull’Isonzo e quello della Spiritata, poco distante dalla porta del castello. Da qui si gode anche un bel panorama sull’Isonzo e sul Carso.


Per raggiungere il tratto settentrionale della cinta occorre tornare nel centro storico e percorrere la via Battisti, lungo la quale si troveranno altri palazzi importanti: la Casa dei Provveditori Veneti (oggi Enoteca), della fine del ‘400, e, di fronte, la Loggia dei Mercanti del ‘600, che ospita un piccolo lapidario in cui sono raccolte le epigrafi gradiscane.


Alla fine della via si incontra la cinquecentesca Porta Nuova, l’antica “Porta d’Allemagna”, che costituiva una delle due vie d’entrata alla fortezza. Una volta all’esterno si potranno vedere i due torrioni più possenti delle mura gradiscane: a sinistra quello “della Campana” a cui è addossato un edificio residenziale ottocentesco, e a destra quello, meno conservato, “di S.Giorgio”. Anche da questa parte incontriamo un grande parco, chiamato “La Rotonda” e pure ricavato dallo spianamento dei bastioni.


Merita tornare ancora nel centro storico per vedere qualche altro edificio interessante. Il Duomo dei SS.Pietro e Paolo, ad esempio, bell’esempio di barocco locale risalente alla metà del ‘700, con stucchi pregevoli nella cappella di S.Anna. Ancora sul retro di palazzo Torriani troviamo la Biblioteca Comunale mentre il Museo Civico, con documenti sulla storia della fortezza, ora non è visitabile. Ma nella stessa via Bergamas si affacciano anche il palazzo Comelli e la casa Corona, donata nel ‘600 da due nobili per farne un ospizio per gli anziani con l’attigua cappella di S.Giovanni.


Attraverso le Calli Corona o Maccari che collegano trasversalmente le quattro vie principali (dette in origine “rughe”) si può raggiungere la via Dante, dove si trova il bel palazzo del Monte di Pietà, della metà del ‘600, con la facciata ornata da una statua barocca raffigurante la Pietà inserita in una nicchia.
 

Fino agli anni ‘70 era sede del Municipio. Sul lato destro dell’edificio, imboccando la calle Maccari ci si addentra nella zona che un tempo era l’antico Ghetto ebraico, in cui viveva una attiva comunità. Gradisca conserva anche un cimitero ebraico nelle vicinanze di quello cristiano.


Gradisca è caratterizzata da tre tipi fondamentali di abitazioni: i palazzetti del centro storico già descritti, i villini della zona di espansione otto-novecentesca (a cominciare dagli esempi visibili ai margini della piazza Unità, tutti circondati da giardini che rappresentano la continuazione del parco) e le case rurali dei borghi. Questi ultimi, anche se relativamente lontani dal centro cittadino, sono molto antichi e conservano un carattere di insediamento autonomo, con un proprio nome (Tintor, S.M.Maddalena,Trevisan, Basiol, Tonel, Viola, Bidischini, Bruma, Salet, Molamatta) e proprie caratteristiche che derivano dalla persistenza di famiglie e usanze trasmesse di generazione in generazione.

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