Nei settant'anni in cui Gradisca fu capoluogo della Contea Principesca creata per risarcire i principi Eggenberg, la città conobbe il suo momento di maggiore splendore.
Una pace duratura e un'azione di governo saggia ed illuminata assicurarono un ordinato sviluppo urbano, economico e sociale, e fecero assumere a Gradisca il carattere di centro residenziale in contrapposizione a quello di cittadella militare.
Il formarsi di un ceto nobiliare locale in concorrenza con Gorizia arricchì la vita sociale e contribuì a migliorare anche l'immagine della città con la comparsa di sobri ma eleganti palazzi lungo le quattro vie, o“rughe venete” su cui si era sviluppato il tessuto edilizio.
A ciò si deve aggiungere l'iniziativa del governo, che promosse la costruzione di molti edifici pubblici, tra cui la Loggia per i mercanti forestieri, il Monte di Pietà, il granaio pubblico, il Seminario.
I maggiori meriti di questa trasformazione vanno a Francesco Ulderico della Torre, appartenente alla stessa famiglia di Nicolò II, tra i primi capitani austriaci, e a sua volta investito della carica di Capitano dal 1660 al 1695.
Con un'azione di governo tesa ad assicurare benessere e dignità di capitale alla fortezza gradiscana, il della Torre, che ricoprì prestigiose cariche diplomatiche per conto dell'lmpero, si guadagnò la fama di miglior uomo politico che la città abbia avuto e l'eterna riconoscenza dei gradiscani.
Egli curò anche il perfezionamento delle fortificazioni, I'erezione di argini lungo il fiume, I'avvio delle industrie della tessitura e della tintoria delle sete; ma fu disponibile anche ad impiegare anche denaro proprio per sanare i debiti del governo e a sostituire a tutti gli effetti i principi regnanti, organizzando nel fastoso palazzo di famiglia, (ora sede del Municipio) feste e ricevimenti che non facevano sentire all'aristocrazia gradiscana l'assenza della corte.
Egli curò anche il perfezionamento delle fortificazioni, I'erezione di argini lungo il fiume, I'avvio delle industrie della tessitura e della tintoria delle sete; ma fu disponibile anche ad impiegare anche denaro proprio per sanare i debiti del governo e a sostituire a tutti gli effetti i principi regnanti, organizzando nel fastoso palazzo di famiglia, (ora sede del Municipio) feste e ricevimenti che non facevano sentire all'aristocrazia gradiscana l'assenza della corte.
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