sabato 3 maggio 2014

Storia di Gradisca. 1. Le origini



LE ORIGINI DI GRADISCA

La fondazione di Gradisca risale alla seconda metà del secolo XV, quando la Repubblica di Venezia, per difendere il confine orientale dalle incursioni dei Turchi, decise di creare una struttura fortificata sulla riva destra dell’Isonzo.
L’evento è ricordato in una lapide ora conservata sotto la seicentesca Loggia dei Mercanti (via Battisti) in cui sono incise queste parole: GRADISCAM VICULI APPELLATIONE TURCORUM INCURSIONIBUS OPPOSITAM CONDIDERE VENETI (Dal nome del villag­gio i Veneti fondarono Gradisca contro le incursioni dei Turchi.
E’probabile, tuttavia, che anche prima dell’arrivo di Venezia in questo punto vi fossero delle fortificazioni, costruite in tempi molto più antichi: il nome della località, infatti,  non è veneto ma di origine slava, poiché deriva da «gradisce», che significa «luogo cinta­to» o «fortificato», ma può essere interpretato an­che come «rudere», o «rovina».  Forse anche qui si era stabilito uno dei tanti nuclei di coloni slavi che nell’XI secolo erano giunti a ripopolare la pia­nura friulana dopo le devastazioni prodotte dalle invasioni degli Ungari.
Loggia dei Mercanti. All'interno il Lapidario civico

Il nome di Gradisca compare per la prima volta nel  1150 in un rotolo censuale del Capitolo di Aquileia in cui sono elencati i nomi dei sette coloni che a quel tempo vi abitavano (alcuni dei quali di evidente ori­gine slava):  Vopla, Goislav, Sabadinus, Viusmann, Marinus, Goimir, mentre il settimo è illegibile.
Loggia dei Mercanti. Il Lapidario civico
Non è difficile, però, che la località sia stata abitata in epoca romana e longobarda. La posizione lievemente elevata del sito, da cui si controlla una parte del corso del fiume, ne faceva un luogo ideale per un insediamento militare. Tra l’altro, a pochissima distanza dalle al­ture gradiscane passava la via Gemina, im­portante strada romana che collegava A­quileia ad Emona (Lubiana) varcando il fiume qualche chilometro più a nord sul “pons Sontii” (ben noto punto di passaggio delle inva­sioni barbariche, di cui sono tuttora presenti resti in corrispondenza con la località Mainizza), e questo lascia pensare che qualche miglio più a valle, in buona posizione, potesse esserci un presidio mi­litare. Qualche secolo più tardi, sempre nelle vicinanze di questo ponte (e forse a guar­dia di esso) si formò l’ importante insedia­mento longobardo di Farra. Non è improbabile che sul col­lisello gradiscano si fosse stabilita parte di questa comunità, come dimostrerebbe il fatto che la più antica chiesa gradi­scana all’origine è stata dedicata a San Salvatore, intitolazione tipica delle chiese longobarde.
In epoca medioevale il territorio di Gradisca fu spesso al centro delle interminabili contese fra il conte di Gorizia e il Patriarca di Aquileia, e subì continue violenze e devastazioni.
Il suo destino cambiò radicalmente quando, con il passaggio dello stato patriarcale friulano alla Repubblica di Venezia, nel 1420, si trovò in una posizione strategica per la difesa del confine veneto e da villaggio oscuro divenne rapida­mente una città e un importante insediamento militare, oggetto delle mire e delle contese di grandi potenze europee.

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